Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

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Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Reds » 13/03/2013, 16:11

Come promesso ecco a voi la prima parte del resoconto del nostro viaggio giorno per giorno scritto da Gianluca spero possa piacervi...buona lettura..


ATTENZIONE !
TUTTE LE SCENE DESCRITTE IN QUESTO RACCONTO SONO REALIZZATE DA STUNTMAN PROFESSIONISTI. NON CERCATE DI IMITARLI IN ALCUN MODO.
DON’T TRY THIS AT HOME !!!
RI-ATTENZIONE !!! IN QUESTO RACCONTO SI FA USO FREQUENTE DEL TURPILOQUIO E SI DESCRIVONO SITUAZIONI “FORTI” CON UNA CERTA DISINVOLTURA. SE SIETE SUSCETTIBILI,PURITANI O SEMPLICEMENTE DEI ROMPICOGLIONI SIETE PREGATI DI NON LEGGERE!! IO NON MI ASSUMO NESSUNA RESPONSABILITA’ ANCHE IN RELAZIONE AD EVENTUALI RIFERIMENTI A PERSONE E COSE CHE POSSONO ESSERE CASUALI COME NO. IO SCRIVO CIO’ CHE PROVO NEL MODO E NEL MOMENTO IN CUI LO PROVO ED ESSENDO CAMALEONTICO POSSO PASSARE CON LO STESSO AGIO DA UNA CENA A BUCKINGAHM PALACE AD UNA MANIFESTAZIONE DI LOTTA NEL FANGO FINO AL MASIMO DEGRADO UMANO CHE SI TRADUCE IN UN TORBIDO VENERDI’ SERA AL MOTOCLUB A PARLAR DI MOTOCICLETTE (VEDO GIA’ LE SIGNORE COPRIRE GLI OCCHI DEI BAMBINI E FARSI IL SEGNO DELLA CROCE).




TUNISIA 2013



23 febbraio

La sveglia suona alle 6,50. Miki ha capito , non so come, che sto per partire e mi marca stretto con lo sguardo languido. Faccio la doccia,raduno le ultime cose e porto Matteo a scuola. Lo aspetta un week end in montagna tra feste e sciate come è giusto che sia.
Alberto passa a prendermi. Una carezza a Miki, una alla 990 ed una pacca al furgone e salgo in macchina. Al capannone Masi ci sta già aspettando per agganciare il carrello alla Toyota con cui ci porterà l’ appendice fino a Genova. Gallo e Goffi partiranno da Drubiaglio con il Pick Up. Alberto è preoccupato per la moto di Gallo. Fino alla sera prima era praticamente tutta smontata e Manu ha fatto le 2 di notte ad aiutarlo a rimontarla. Alle 10 , mentre siamo già per strada , Goffi telefona che non riescono a trovare l’ assicurazione del Pick Up e stanno tornando a casa di Gallo a cercarla. Alberto sclera completamente. E’ già così agitato da non riuscire a guidare il camion che viene condotto da Silver. Manu e Diego ,seduti dietro , se la ridono. All’ altezza di Tortona il Mitsibishi dei due minchioni ci affianca. Non era vero niente, sapevano solo che far sclerare Alberto in queste situazioni è un attimo. Al porto agganciamo il carrello all’ UNIMOG e poi passiamo i soliti finti controlli del caso. Un tedesco, con un MAN pazzesco ci affianca facendoci fare la figura dei bambini piccoli….. noi che ci sentivamo figetti con il camioncino bianco e le scritte KTM. Il camion del crucco è tutto arancione e argento , brandizzato con i logos austriaci ed un carrello che costa come fare la sei giorni. E’ un concessionario di carote in Germania e sta portando una banda di mangiakrauti in Tunisia. L’ imbarco fila liscio e la nave parte puntuale. In cabina ci rifocilliamo con panini,frutta e birra e poi ci guardiamo un video di gente che sa andare in moto.
Il resto della giornata continua come tutte le altre giornate in frociera. Il solito contest di minchiate ed aneddoti vari , merende e foglietti da compilare.
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24 Febbraio

La notte in nave passa placida a parte due spanciate dello scafo , tanto per ricordarci dove siamo. Alberto si è addormentato in parabola discendente. Non aveva ancora toccato il materasso che già russava. Al mattino ci troviamo al bar per colazione. Goffi è il solito cintura nera di minchiate. Il bello è che mentre le spara si mette a ridere sino a lacrimare. Comunque sappiamo che ha i riflessi pronti. Al PC ci guardiamo per l’ ennesima volta la storia della Dakar nella zona caffè tra un afrore di piedi bruschi veramente sconfortante.. In cabina facciamo la conta dei soldi. A poche miglia dall’ arrivo in porto ci radunano nella sala caffè. Vicino a noi c’ è Gualtiero Brissonni. Il “Brisa” è uno dei più forti Enduristi di tutti i tempi , anzi, per me è il più forte. Lo saluto,mi ricambia il saluto. Non credo si ricordi di quella gara di Italiano in cui partivamo a pochi minuti di distanza. Brisa è quello per colpa del quale io sono Endurista. Lui e Signorelli. Mi avvicino ed attacco discorso . Mi racconta aneddoti relativi agli errori di strategia industriale di SWM e FANTIC MOTOR. Si avvicinano gli altri. Brisa sta portando i mezzi per un giro di mountain bike organizzato da Ciro De Petri ( Dakariano pazzo dei tempi d’ oro).Ci racconta cose e ci da dritte.
E’ il momento di sbarcare. Nel garage della nave si svolgono le solite scene patetiche a cui si può assistere solo in queste circostanze. Furgoni ed auto che , pur di uscire prima, si tagliano la strada e si scontrano. Un delirio che prelude al delirio doganale. Soliti finti controlli,solita burocrazia del menga. Mentre siamo in coda una ragazza mi avvicina. Ha i lineamenti asiatici ma,in Italiano con accento delle nostre parti mi dice che ha notato le moto , mi chiede dove andiamo e che lei ama il deserto e che l’ anno scorso è stata in Marocco. Ha una Ibiza targata Alessandria. Secondo gli altri voleva che la invitassi ad aggregarsi. Boh?….. Prendiamo la strada per la nostra destinazione. Il tempo è brutto e fa freddo. In Italia abbiamo lasciato la neve ma qua il maltempo sembra correrci dietro. Poco prima dell’ imbocco dell’ autostrada Goffi ci avverte via radio che la ruota di stazionamento del carrello è troppo vicina al terreno. Passiamo il casello e ci fermiamo. La tragica realtà è che si è piegato il supporto del gancio ed il carrello punta pericolosamente l’ asfalto. Decidiamo per un intervento disperato invertendo la posizione del gancio sulla piastra ( non ho voglia di spiegare i dettagli ma fidatevi). Appena incominciamo l’ operazione si mette a piovere piuttosto forte. Iniziamo ad inzupparci ed a maledire la nube di Fantozzi. Ultimata l’ operazione ripartiamo tenendoci in contatto radio con il Pick Up del duo Gallo/Goffi. La strada è lunga , mangiamo viaggiando quello che abbiamo in cabina più delle pagnotte che abbiamo comprato ad un pedaggio da una ragazza lurida come uno spazzacamino. La strada è sempre più buia e sconnessa. In più , a sorpresa , si incontrano dei dossi per far rallentare le macchine. Uno ci sorprende in pieno. Il camion decolla sulle 4 ruote tirandosi dietro il carrello con le altre tre moto. Siamo ancora in aria e Silvio grida :” Non l’ avevo visto !!” : Atterriamo e prontamente ci fermiamo. Se il carrello fosse stato nostro, Goffi si sarebbe anche divertito ma il carrello è suo e nel vederlo tutto svergolo non gli viene poi così tanto da ridere.
Più avanti ci fermiamo a rifornire camion e taniche. Al distributore scotenniamo un salame e compriamo bibite e biscotti di marca tarocca. Vediamo anche una scatola di biscotti Saida ……..Al telefono la banda che ci aspetta al campeggio ci avvisa di non fare tutta la pipe line perché troppo rovinata e quindi ,pur allungando di qualche chilometro ,passiamo dalla montagna. La strada è suggestiva. Le case costruite nella terra e la luce della luna piena che ha fatto capolino dopo che le nuvole ci hanno finalmente abbandonato creano un paesaggio da fiaba ancestrale. Per suggellare questo momento così intenso ci fermiamo a pisciare. Entriamo nel deserto. Manu continuava a trovare scuse per fermarsi ad assaggiare la sabbia. A parte Alberto che guida tutti noi ci abbandoniamo alla stanchezza. All’ una e mezza arriviamo in campeggio. Le tende sono scrausissime e la temperatura è gelida. Alberto russa come un Landini testa calda. Al mattino ha il coraggio di dire:” Mi sono svegliato stanotte e non russava nessuno !!! “ Ma va a cagare !!!
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25 febbraio

Alle sette ci svegliamo. In campeggio c’ è una pozza di acqua sulfurea ed io e Alberto ci buttiamo dentro. Il calore dell’ acqua mi toglie un po’ di freddo da dosso. Peccato che si debba uscire nel gelo del mattino. Mi vesto velocemente. Ora tocca preparare le moto. Per lo meno metterle a terra.
Il parco mezzi è più eterogeneo del solito: Un tot di KTM di cui la mia è l’ unica 2 tempi , 3 Yamaha , due Suzuki DR e l’ Honda XR 400 di Gallo.
Goffi esordisce con un tuffo giù dal camion dopo che si è avviluppato un piede nelle cinghie. Fortunatamente è già dotato di protezioni e si rialza incolume. Gli aggregati al nostro gruppo sono Luca Il Dottore,Valerio detto Gaston , Giorgio ed Il Nonno , Bergamaschio in pensione con K 450 ultima generazione e dotato della odiata (da me) frizione Rekluse.
La partenza avviene sulle dunette dietro al campeggio,tanto per scaldare la moto e poi ci lanciamo sulla pista. La strada si snoda sinuosa fino al raggiungimento di un gruppo di dune da attraversare. Dopo poco pianto il davanti nella sabbia e cappotto. Mi rialzo contrariato, drizzo le leve e riparto. La moto è un po’ svergolata davanti ma non ho il tempo di preoccuparmene che cappotto di nuovo. Adesso mi incazzo davvero. Sulla pista ci raduniamo e scopro che il mono posteriore è smantellato e perde tutto l’ olio. La giornata scorre tra piste alternate a sabbia. Sbuchiamo su asfalto nei pressi di Chenini,una città scavata nella roccia stile sassi di Matera. Ovviamente veniamo circondati dai locali che tentano di farsi pagare per qualunque cosa,dallo scatto di una foto alla visita guidata. Al ritorno ,in un tratto di pista lunghissima, Goffi va avanti sulla sommità di uno scollinamento per scattarci una foto o fare un filmato mentre siamo tutti insieme. Il problema successivo è generato da tre fattori : 1) Con i caschi in testa ,qualche motore acceso ed il vento è difficile sentire quello che viene detto 2) Siamo dei minchioni 3) Quando uno da lontano abbassa il braccio , il segnale è equivoco. Ecco…. Maurizio abbassa il braccio ed è come se si fosse abbassato il cancelletto. Io ,che sono un coglione, parto a fuoco e metà degli altri,che sono la dimostrazione che i coglioni sono molto più di due, mi vengono dietro a fiamma….. Goffi vede arrivare un’ orda barbarica a cui peraltro è abituato e ,sconsolato, tenta di riprendere quello che può. Chi aveva capito quello che si doveva fare manda a cagare quelli che non hanno capito una ceppa. Io fischietto facendo finta di nulla ma il fatto che tutti,dal secondo all’ ultimo, abbiano sentito odore di miscela è una prova a mio carico. Non manca molto all’arrivo e tutti , chi più chi meno, restano senza benzina. Luca e Gallo che hanno delle petroliere che oltretutto consumano abbastanza poco cedono benzina ai bisognosi. Io faccio miscela come viene e l’ abbondanza di olio mi fa girare il motore come fosse alimentato a minestrone. Al campeggio ci facciamo il solito tuffo nella pozza ed avviamo il quotidiano contest di cazzate. Gallo e Goffi si parlano solo in piemontese valligiano fin da bambini e noi ci divertiamo a prenderli per il culo. Alle 7 ci raduniamo sotto una tenda per l’ aperitivo e poi iniziamo a preparare cena. Alberto prepara il sugo con uno stile che mi fa incazzare. Non si fa il soffritto mettendo le cipolle nell’ olio freddo e poi non si usa così tanto olio. Ad Alberto non frega un c@zz0. Io scrivo anche se questa sera non sono ispirato,in più nel frattempo sono arrivati i genovesi più il nonno e la mia concentrazione svanisce del tutto. La stanchezza ha il sopravvento. Nelle tende avremo la nostra dose extra di sabbia.
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26 Febbraio

Anche questa mattina Goffi sfoggia la sua tenuta da supereroe,una calzamaglia/tutina nera attillata con il tubone della Metzeler in testa. Gli scattiamo una foto in preda al delirio. Mentre facciamo colazione Gallo fa yoga su di una panchina. Metà dei piloti abdica al giro per problemi di varia natura. Gaston ha il Suzuki che si spegne altri sono un po’ fiacchi e si vogliono tenere per la tappa di domani che sarà impegnativa.
Io mi vesto e rifornisco come il resto del gruppo vacanze Piemonte tranne Manu. Degli altri resta il Dottore.
Avvio il motore in una nube di fumo azzurro intenso, levo l’ aria e la moto muore. Riprovo ed ottengo lo stesso risultato. Continuo così 2,3,4 volte e poi cambio la candela,svuoto il carburatore e ritento per l’ ultima volta. La moto muore di nuovo mentre l’ orda è già pronta a scattare. Alberto mi guarda sconsolato. Dico agli altri di partire che se aspettano me rischiano di rovinarsi la giornata. Decidono di partire per un giro breve che li impegnerà solo la mattinata. Si buttano sulle dune vicino mentre la mattina inizia a scaldarsi.
Smonto con flemma la moto, tanto so già cosa possa essere e poi questa vacanza ho deciso di prenderla così. Tutto quello che viene è di guadagnato. Non dovrei neanche essere qui per cui tanto vale godersela. Sposto un tavolino su cui appoggiare attrezzi e viti smontate e poi metto la moto sul cavalletto centrale che mi ha prestato Il Dottore. Di fianco a me ci sono il Pick Up di Gallo e l’ UNIMOG che fa bella mostra di se dando un aspetto molto professionale al paddok improvvisato. Smonto la sella ed il serbatoio poi svito le viti inferiori del triangolo reggisella ed allento quelle superiori. Allento la fascetta tra la cassa filtro ed il carburatore e ruoto il tutto verso l’ alto. A questo punto smontare il carburatore è un istante.
Dispongo il pregiato manufatto Giapponese sul banchetto e smonto e pulisco i getti. Dalla vaschetta esce un liquido rosso e denso che sembra sciroppo per la tosse e non benzina. Ecco trovato l’ inghippo. Nel preparare la miscela così affrettatamente l’ olio si è depositato in prossimità del rubinetto finendo tutto nel carburatore. Era quello che avevo intuito e ne ho ulteriore conferma quando apro il rubinetto della benzina ed il primo tratto di getto che ne fuoriesce è color scarlatto prima di diventare del giallo previsto. Mentre sto rimontando il serbatoio arriva Alberto seguito dagli altri compreso Gallo che questa mattina,pronti via, si era tuffato su di una duna rompendo il braccialetto della frizione prontamente sostituito da uno di ricambio. Li vedo belli frollati,accaldati e stanchi. Mentre rifiatano io provo la moto lanciandola sulla pista sabbiosa che porta al campeggio. A parte il mono che ha perso tutto l’ olio e che quindi viaggia solo di molla il resto funziona. Il Doc e Gallo si fermano in campeggio mentre gli altri Piemontesi superstiti,me compreso, partono alla volta di Zmela. Sulla pista che porta verso le dune un cane incazzusissimo si getta dalla caserma che costeggiamo all’ attacco di Silver pregustandone un polpaccio ma Silver,sfruttando il motorone del K 450 gli va via lasciandolo con l’ acquolina in bocca. Sulle dunette in rapida successione i due K grossi e potenti conducono le danze mentre il 300 2 tempi e le Yamahine soffrono di più la carenza di coppia. Siamo dentro l’ erg già da una mezz’ oretta quando,proprio davanti a Diego Papi ed a Goffi pianto il 300 ,che resta alto dietro, come se fosse parcheggiato . La moto resta ferma mentre io,facendo perno con le mani sulle manopole, eseguo un perfetto front flip. Se il punto di atterraggio fosse sullo stesso livello del punto di partenza io atterrerei in piedi ma,essendo un metro più alto, arrivo preciso preciso piatto sulla schiena. Mentre i minchioni se la ridono io ringrazio che ho le protezioni serie ed il camel bag ulteriormente inspessito dalla camera d’ aria di ricambio. Ancora pochi chilometri di guida sopraffina ed acrobatica e giungiamo a Zmela in un campeggio piantato nel deserto e che ha alle spalle un erg veramente invitante. L’ aspetto è decisamente migliore di quello di Ksar Ghilane con bagni pulitissimi e profumati che non hanno niente a che vedere col tugurio in cui siamo accampati. Decidiamo di prenotare li per la cena della sera. Al ritorno siamo a favore di vento e le dune diventano molto più facili anche se devo sempre adeguare i miei movimenti alle condizioni disperate della mia ciclistica. Le vibrazioni del motore tenuto sottocoppia e marce lunghe mi innesca un formicolio delle mani che solo chi ha fatto chilometri con un grosso monocilindrico a miscela può comprendere. Ripassiamo davanti al cane bastardo che,secondo me, oltre a mangiarci se ci acchiappa ci inchiappetta. Gli faccio una finta a sinistra di quelle che faceva Magic Johnson agli avversari e poi mi butto a destra. Polpacci e chiappe anche questa volta sono salvi. Stupido cane bastardo !!! Pensare che ti avrei fatto un po’ di carezze e ti avrei dato qualcosa da mangiare…..il mio è molto più furbo,infatti è amico di tutti (a parte il gatto coglione). La pista si apre ed io vado a cissare Alberto mettendogli le ruote davanti. Il merlo apre il gas al mio fianco e facciamo un tratto affiancati. Lo conosco talmente bene che so che alla curva successiva arriverà lungo. Io sono all’ esterno. Non ci provo neanche a girare e tiro dritto nel fuoripista , il gadano va,come previsto, a curvare in Libia. Mi riaggancio e lo affianco prendendolo per il culo fino all’ ultimo tratto di strada che è nella carregge molli e sabbiose che sono le mie preferite. Mi piacerebbe dire che sono il mio pane ma sarebbe un po’ troppo pretenzioso. Diciamo che nella mia fermaggine sono i punti dove sono più decoroso. Purtroppo ci sono alcuni dossi che nascondono i tubi dell’ acqua che mi costringono a tenermi onde evitare il ribaltamento in avanti ( ricordate che sono senza sospensione posteriore) ed Alberto che lo sa tenta di approfittarne ma il trecentone quando ha spazio per sfogare tutta la cavalleria è una furia e mi riaggancio ogni volta fino a quando scorgo in lontananza un carretto trainato da un ciuchino che è dal lato di Alberto. Potrei fare la carogna e costringerlo a frenare ma sappiamo entrambi che la nostra non è una gara a chi ce l’ ha più lungo , il nostro è un gioco tra amici fidati e quindi rallento dandogli spazio per spostarsi a destra, dalla mia parte, e per arrivare al campeggio senza fare ulteriori numeri. Naturalmente al campeggio ci attende la pozza che è la conclusione quotidiana del nostro giro in moto. Li dentro ci togliamo polvere e fatica e ci rilassiamo col nostro gioco preferito che è quello di prenderci in giro enfatizzando i nostri difetti ed i nostri pregi fino a ridurli in farsa. La cosa più bella è che nessuno ha freni nel raccontare cose di se che ai più lo farebbero sembrare scemo o “storto”. Questo serve anche ad avvicinarsi perché poi in tante cose siamo simili e nelle nostre diversità ci stimoliamo.
Svuotiamo l’ UNIMOG,non dopo aver merendato abbondantemente, per usarlo come mezzo di trasporto per andare a cena. Il tutto avviene mentre Manu tenta di rianimare la Suzuki di Gaston che ,alla fine, ha la membrana della pompa di ripresa del carburatore forata. Si potrebbe tentare una carburazione di fortuna ma Valerio/Gaston in previsione di una tappa impestata rinuncia anche se Manu ha ancora intenzione di studiare qualcosa nella notte.
Partiamo con il buio e trovare la pista giusta per la nostra destinazione è un discreto merdaio. Alberto che guida il camion con il Frontera dei genobergamaschi alle spalle inizia ad innervosirsi come tutte le volte che si sente responsabile del gruppo. Gruppo che, peraltro, ha lasciato tutti gli scazzi a casa e che ,se anche non si dovesse arrivare e si finisse a dormire nel deserto fino all’ alba prima di ritrovare la via giusta, non farebbe una piega. Alla fine,comunque,arriviamo pure in orario, Nello spiazzo retrostante il luogo di ristoro c’ è uno steccato dentro il quale un tizio del posto sta preparando il pan de sable . La sala da pranzo è illuminata di una luce fioca. Il menu prevede l’immancabile accoppiata di arissa ed olive seguite da tonno, zuppa, tajine , e couss couss. Per dolce ci sono biscotti speziati,datteri ed arance. Con le pance strapiene (a tal proposito Manu è un degno avversario di mio figlio) siamo più silenziosi del solito. Il teporino e l’ accoglienza di quella stanza ci induce a tentennare rispetto al rientro al tugurio.
Alzarci e ripartire è una violenza. Al rientro guida Silvio,c’è la luna piena. Ripenso al gioco di Goffi che traduce a Gallo dall’ Italiano al Piemontese e viceversa,su nostra richiesta Ormai ha assunto toni epici ,anche complice il vino dei Genovesi, e ridere fino alle lacrime è ormai la prassi. Quasi mi si blocca la digestione. Nel buio della tenda la mia lampada frontale illumina il tacquino degli appunti mentre qualcuno sta già russando profondamente.

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27 Febbraio

Oggi ci aspetta una tappa veramente impegnativa da Ksar Ghilane ad Ain Ouadet.
La compagnia si assottiglia. Giorgio purtroppo deve rientrare a casa per un problema grave di famiglia. A noi non resta che fargli sentire la nostra vicinanza mentre lui rimonterà le ruote da motard per raggiungere su asfalto Tunisi. Gaston,invece,non si fida della sua Suzuki per cui salirà sul Pick Up della guida che trasporterà la benzina e la tenda per la notte. Facciamo colazione per accumulare calorie da spendere. Siamo già tutti pronti a partire ma manca Gallo. La guida è già andata quando il nostro si presenta già bardato e con in mano l’ ORZOBIMBO e la sua tazza rossa per la colazione da affidare al Pick Up di Hamed. Quando scopre che il mezzo è già partito ha una crisi che lo porta a sacramentare in valligiano stretto intercalando improperi a frasi tipo :” E adesso come faccio ?!! Dove c@zz0 la metto ‘sta roba !!!” e altre frasi del genere. Noi ridiamo come scemi facendolo desistere dalle sue intenzioni che sono di costruirsi un porta Orzobimbo in alluminio per l’ XR li sul posto.
Il fatto che il dietro della mia moto rimbalzi come un tappeto elastico fa si che la maggior parte dei miei amici mi guardi preoccupata. La totalità,invece, mi guarda schifata. Sono il barbone dell’ Enduro e quasi ne faccio un marchio di fabbrica. Con mio figlio scherzo sempre dicendo che sul simbolo araldico della nostra famiglia c’ è un calzino bucato.
D'altronde ci sono tappe che si possono vincere ed altre che si devono solo finire. Sulla pista pietrosa mi sembra di guidare una moto Cinese. La ruota dietro passa più tempo a girare a vuoto che a mordere il terreno e l’ andatura è a singhiozzo. Paradossalmente tribolo meno sulla sabbia che sul duro.
Le prime ore di guida trascorrono tra un alternarsi di pista battuta e dunette di sabbia soffice che nascondono le tracce dei passaggi precedenti. Sulla sommità di una di queste asperità ci fermiamo per compattare il gruppo ed “Il Dottore” che sta guidando senza il freno dietro mi pianta la ruota anteriore della sua Yamaha sulla caviglia. Sento il colpo ma non è la prima volta che prendo una ruotata e non sarà l’ ultima.
Hamed,la guida, conduce il Pick Up Mazda con grande perizia,seguo il suo incedere sinuoso per non cercare rogne. Oggi nessuno si deve preoccupare di me,soprattutto Alberto che in queste situazioni sente il peso del fardello dell’ esperienza che lo porta ad essere il pastore che conduce il gregge. Sarò attento e frenerò la tentazione di dare gas a costo di mortificare le mie velleità.
Alberto è spesso davanti e guida il 525 con maestria. Silvio lo segue come uno scolaro diligente. Lo vedo guidare sicuro. Dopo il Marocco le dune non lo preoccupano più.
I cugini Papi ( Manu e Diego) che sono novizi del deserto iniziano a godere sempre di più mentre scoprono piano piano le bellezze dell’ erg .
Il nonno pesta con il suo K 450 anche se il suo elemento naturale è il sasso Bergamasco.
Goffi e Gallo hanno stili diversi anche per effetto delle caratteristiche differenti delle loro moto.
L’ Honda di Gallo si sente inconfondibile e lui si produce sporadicamente in numeri incomprensibili. Oggi, per esempio,tenta ripetutamente di entrare in rotta di collisione con il Pick Up di Hamed. Al terzo tentativo andato fortunosamente a vuoto lo avviso di stare più lontano o prima di sera dovremo compilare un CID. Ma il numero di più alta scuola lo compie quando ,su di una pista larga e sassosa,improvvisamente,in un tratto perfettamente dritto si intraversa come se avesse tirato il freno a mano bloccandosi proprio davanti ad Alberto che si deve attaccare ai freni per non rovinargli il serbatoio d’ alluminio che si è costruito in anni di duro lavoro.
Attraversiamo il primo tratto veramente merdoso di dune, siamo in moto da ore ed iniziano a vedersi i primi segni di stanchezza. Facciamo una sosta per rifiatare e mangiare qualche barretta energetica. Luca ha male ad un ginocchio e cede la moto a Gaston per gli ultimi e più impegnativi 20 chilometri (vatti a fidare degli amici). Il Nonno ed Alberto hanno finito l’ acqua nel camel back e ciucciano dagli altri. Io ho finito l’ acqua nel radiatore ,complici un paio di scaldate che il 300 è obbligato a prendersi quando l’ andatura è bassa e la richiesta di potenza è alta.
E’ proprio nel tratto più faticoso e tecnico che abbandono la condotta di guida prudente e risparmiosa che ho tenuto fino a qui. Devo dire per onestà di cronaca che questo avviene anche perché è da un po’ che vediamo tracce fresche di moto sulle dune fino a quando incrociamo una comitiva di Tedeschi alcuni dei quali inclini a fare gli sboroni fenomeni. Salgo e scendo dalle dune insieme agli altri anche se la guida che mi impone la moto mi mette in crisi quando sono in scia di qualcun altro,Gallo su tutti perché la sua petroliera ha il motore pompone ed affronta gli ostacoli di conseguenza. Io ho una 300 due tempi, agile e scorbutica che impone una strategia di attacco completamente diversa.
A due chilometri dall’ arrivo,proprio sulla penultima duna prima della picchiata che porta all’ oasi , il nonno resta senza benza. Fortunatamente io e Diego abbiamo tardato a riaccendere la moto dopo la sosta per l’ ultima conta e lo sento chiamare. Dalla sommità della duna mi sbraccio in direzione del pianoro sottostante. Da sotto mi vedono e capiscono il mio gesto che indica il bisogno di benzina. Gallo torna a cedergli un litro di combustibile.
Gaston nel frattempo continua a tribolare con la moto di Luca. Non avere il freno dietro gli toglie sicurezza e spesso arriva corto sulla cresta della duna. Siamo mediamente sfiniti anche se io sento stranamente di averne ancora. Abbiamo ancora un ultimo cordone di dune e,finalmente, avvistiamo l’ oasi. All’ arrivo è tutto un darsi pacche sulle spalle e strette di mano. Non è stato un gioco da ragazzi ma ci siamo aiutati ed aspettati tutti in modo da arrivare tutti insieme. Non come quelle teste di minchia di crucchi che hanno iniziato ad arrivare alla spicciolata,uno per volta , a partire da una mezz’ ora dopo di noi fino a 2 ore. In pratica in due ore di guida ne abbiamo ficcate 2 di distacco all’ ultimo gruppo di minkioni.
Noi a quel punto eravamo nella pozza di acqua sulfurea da un bel po’.
Luca,nel frattempo, prepara l’ aperitivo a base di salumi , pistacchi,formaggi,vino e birra ed Hamed monta la tenda in cui dormiremo la notte.
La Nutella la risparmiamo.
Mentre gli altri cucinano io sono nella tenda che scrivo. Alberto dorme di fianco a me .
Alberto è mio amico.
Alberto è mio fratello.

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28 Febbraio

Questa mattina c’ è il vento forte.
Per molti è una seccatura ma non per me. Io amo il vento. Da qualche parte nel mondo qualcuno lo sa e me lo manda sempre. Io ringrazio.
La notte è passata bene. Meno fredda del previsto ma molto più rumorosa. Siamo in undici in camerata e chi più,chi meno, si russa come facoceri anche se i campioni sono Alberto ed il nonno.
Al mattino presto cerchiamo di anticipare i Tedeschi ma la loro organizzazione teutonica è più efficace della nostra e la loro guida si fionda per prima sulle dune.
Oggi si viaggia contro vento e l’ erg sarà più difficile da affrontare. Il Dottore ha definitivamente abdicato e Valerio/Gaston subentra in via definitiva. Siamo meno precisi dei crucchi ma abbiamo anche le riserve.
Nei primi minuti sembra di essere in guerra, Tedeschi dappertutto che,anziché scalare le dune , scavano trincee in ogni dove. Il ragazzetto sborone, che a bordo di una Husaberg 550 faceva il fenomeno sul tratto piano, scava con la ruota dietro un tunnel infinito. Lo troveranno i No Tav tra un paio di mesi a Bussoleno e lo riempiranno di mazzate.
Noi siamo un gruppo molto più unito ed omogeneo. Continuiamo la nostra strategia che consiste nell’ aspettarci ed aiutarci vicendevolmente. I più bravi o prestanti aiutano quelli più in difficoltà come fanno i lupi nel loro branco…… Siamo lupi del deserto !!
Tempo dieci minuti ed i Teutonici sono tutti seminati tranne uno che , secondo me, non ha capito che non siamo insieme e che si fa brillare poco dopo piuttosto che arrendersi al nemico. Lascia sul campo uno stivale numero 46 marca SIDI , una candela NGK filetto corto e l’ elastico delle mutande Kelvin Klein.
Gaston tribola con la Yamaha dal mega serbatoio e senza freno dietro , minato nelle sue certezze di anni di convivenza con la più amichevole Suzukina…. Io ho mollato definitivamente gli ormeggi ed aggredisco ogni duna. La mia leggiadra motina raglia sorda ma sale malgrado il posteriore che punta verso l’ alto proprio al contrario di come buona creanza ed il Manuale del perfetto Endurista starebbero ad indicare. Alberto continua a sfoderare maestria e gli alti ne sono degni discepoli.
Qualcuno è stanco e guida già seduto appena può. Chi più chi meno,ogni tanto, si insabbia.
Arrivo corto sulla sommità di una duna. Appena me ne rendo conto viro verso il basso e mi rilancio senza un attimo di esitazione,plastico e fluido come solo in rarissime occasioni riesco ad essere. Il deserto non mi rivelerà mai tutti i suoi segreti ma qualcuno,per sua cortese concessione, me lo elargisce come un prestigiatore che spiega i suoi trucchi più vecchi ed ormai superati.
Più tardi, in una manovra analoga, mi sporgo troppo in avanti e mi aggancio con le cinghie del camel back al manubrio cadendo, tanto per ristabilire l’ ordine naturale delle cose.
Il Nonno e Valerio sono quelli leggermente più in difficoltà ma c’ è sempre qualcuno disposto a tornare indietro ad aiutare.
Hamed guida il Pick Up in maniera superlativa. Non si insabbia mai e le rarissime volte in cui si deve fermare è solo perché il mezzo ha spanciato sulla cresta della duna.
L’ attraversamento del primo cordone di dune ci ha già provati ma la strada da percorrere è ancora tanta. In queste situazioni si procede a tappe, un cordone per volta e poi ci si attacca alle cannucce dei camel e si rifiata. A pochi chilometri dal punto di sosta previsto per il pranzo la moto del Nonno si blocca. Non riesce a ripartire pur dando potenza. Un rapido controllo ci permette di capire che la catena ha scavallato sui denti della corona e quindi la ruota dietro è bloccata. Io e Gallo l’ abbiamo notato subito ma , prima che anche gli altri confermassero la nostra diagnosi, ci hanno fatto sentire come due piciu. Fortuna che non siamo permalosi. Manu interviene in qualità di meccanico del gruppo , allentando i registri della ruota e rimettendo la catena in asse. Arriviamo al punto di sosta senza altri intoppi. Vicino a noi ci sono dei pastori con pecore e cammelli. Hamed conosce tutti. Mentre consumiamo barrette energetiche facciamo un rapido giro di consultazioni. Alla meta ci separano due opzioni di percorso. La prima prevede l’ attraversamento di 4 cordoni di dune molto impegnativi , la seconda ne prevede 6 meno severi ed una percorrenza di 20 chilometri superiore. Anche in questo ci viene incontro quel misto di esperienza e di maturità dati dall’ età (so che per molti saremo sempre un branco di cazzoni e che invecchieremo senza diventare mai adulti). La decisione unanime è per la via più lunga ma più facile.
A tratti si apre davanti a noi qualche striscia di pista sabbiosa e li non posso proprio trattenermi. Anche se le condizioni della moto sono quello che sono io apro la manetta tirando con tutte le forze sul manubrio per contrastare le reazioni del telaio. Le mani mi si riducono ad un budino formicolante. Il più è fatto. Divoriamo gli ultimi cordoni e ci buttiamo sulla pista larga e sassosa. Il nonno è stufo di guardarmi da dietro perché gli viene il mal di mare. Stiamo viaggiando rapidi quando Alberto ferma il branco. C’è ancora un breve tratto di pista scavata nella sabbia profonda e rossa con carregge che inghiottono metà della moto tra nuvole di polvere. Scatta la speciale. Alberto apre tutto e va via. Io faccio il rodeo per stare attaccato alla moto andando più forte che posso. A volte perdo l’ appoggio sulle pedane tanto la molla del mono cerca di scalciarmi via. Gallo mi passa guidando forte e con stile antico: Sto pensando “Ora mi schiaccio per fare il minchione gli ultimi metri” ma sento rumore di moto tutto intorno a me e non voglio arrivare quarto….c@zz0, almeno a podio !!Resisto ma so che qualcuno mi è rimasto dietro per rispetto o per pietà. Qualcuno,forse, ha anche avuto paura che gli esplodessi davanti , fatto sta che fino al campeggio mantengo la posizione. Il distacco inflitto ai crucchi verrà calcolato in ere geologiche. Abbiamo tutto il tempo di scaricare il Pick Up , di spogliarci , di buttarci nella pozza e di fare aperitivo prima che il gruppo delle Sturmtruppen arrivi a destinazione. Tutti tranne il ragazzino che in questo momento (siamo al 7 marzo mentre ricopio in bella il resoconto) è stato registrato dal sismografo all’ altezza di Ragusa.
Mentre siamo a pucetta nella pozza una signora Francese e stronza (spesso sono sinonimi…direi sia signora che francese che stronza ) tratta acidamente il marito che si è immerso nell’ orrido liquido insieme ad un gruppo disdicevole di plebei Italiani tutto spaghetti, mandolino e mamma.
Poiché abbiamo tutti i nostri motivi per avercela con le signore acide e stronze,indipendentemente dalla nazionalità, commentiamo a voce alta proprio nel momento in cui giunge al campeggio un manipolo di Kappizzati tutti vestiti a puntino e pulitissimi e che fanno grande sfoggio di capi d’ abbigliamento KTM Power Wear pari all’ intero catalogo. Perfino Alberto fa la figura del bambino piccolo. Il mio sentimento è duplice e va dalla disapprovazione ( sembrano BMWisti arancioni) al desiderio. Su tutti invidio un casco SHOEI VF-X che costa la bellezza di 600 Euro che avrò solo il giorno in cui mi venderò la moto. Ma dicono che se prendi il tram con il casco in testa ti scambiano per un terrorista e ti arrestano e quindi dovrei poi vendermi il casco per pagarmi un avvocato , neanche tanto buono. Oltretutto devo anche cercarmi un ammortizzatore usato su e-bay.
Finalmente mi faccio una doccia con tanto si bagnoschiuma profumato e ,bello pulito, faccio aperitivo con gli altri. Dalla cambusa Genovese provengono vini pregiati,dalla nostra salumi e crakers.
Per cena abbiamo deciso di recarci al ristorante del campeggio (anche se ristorante è una parola mooolto grossa) .
L’arrivo dei Tedeschi ha fatto si che i gestori del posto abbiano acceso i generatori fino a tardi ed abbiano pulito i cessi. A noi,fino a ieri, hanno lasciato al buio e nella nitta…..’sti stronzi !!
Il drappello germanico è capeggiato dal proprietario del MAN che avevamo incontrato a Genova. C’ è anche una tipa sempre vestita da moto che si dà da fare anche in cucina. Essendo l’ unica donna nel raggio di 1.000 chilometri spadroneggia un po’ ma più avanti nel viaggio incontreremo una ragazza Tunisina che annichilirebbe chiunque….
In tenda Alberto mi obbliga a leggergli un po’ degli appunti. Lo accontento e poi lo metto a dormire.
A mezzanotte non sopporto più il suo russare potente per cui esco fuori. C’ è la luna quasi piena,il vento è cessato un pochino e con esso anche il freddo è andato via.
Guardo le stelle, penso ai cazzi miei , e sento ancora Alberto russare.
Dopo un’ ora mi rimetto nel sacco,dormo male e sogno peggio.

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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda SERPE » 13/03/2013, 16:22

:claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Gattun » 13/03/2013, 16:51

Grandi!!!!!!!!
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda motardpiero » 13/03/2013, 17:10

:ok: :ok: :ok:

:claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Frikke » 13/03/2013, 17:28

Che invidiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :cmb1: :cmb1: :cmb1: :cmb1: :cmb1:
Curate voi stessi.........e soprattutto gli altri

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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda F3D3 » 13/03/2013, 18:08

Io l' Unimog lo sogno la notte!!! ovviamente immedesimandomi nel racconto :monkey: :monkey: :monkey:
Al mal di ossa non vi è mai limite!!!
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Seven » 13/03/2013, 18:36

spettacolo....
complimentoni :onore:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Gemica » 13/03/2013, 19:16

da pubblicare sul magazine.....adelante Eliaz :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda davidone » 13/03/2013, 19:28

Stasera leggo bene ziokan!!!

:wow: :wow: :wow: :wow: :wow: :onore:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Eliaz » 13/03/2013, 19:36

:claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: Bello bello bello!! ZIOKAN!!
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Voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida, senza un finale che faccia male
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda biellese » 13/03/2013, 21:48

misto tra invidia e ammirazione... complimenti :onore: :onore: :onore: :onore: :onore: :onore: :onore: :onore: :onore:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda davidone » 13/03/2013, 22:49

Bellissimo!!! UNIMOG FANTASTICO!!!! :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Ventu » 14/03/2013, 10:22

Grandissima invidia...!!! :)


:claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda scacco728 » 14/03/2013, 10:33

complimentoni a tutti!!!! :mrgreen: :mrgreen:

:claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda ktm73 » 14/03/2013, 10:39

Invidia...
Bellissimo.....
....soprattuto il 300one.... 2t....... come la mia..... :) :)

Ottimo lavoro, la prossima spererei di essere...... :monkey: :monkey:

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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda tricker250 » 14/03/2013, 14:43

bravo, bellissimo racconto.

:claps: :claps: :claps:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda ZioGhilli » 14/03/2013, 15:16

Madre de dios che bel report... e che bei posti!!! :)
Veramente complimenti. BelloBelloBello. L'Unimog poi... :onore:

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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Maximo4usa » 14/03/2013, 16:33

Bravissimi !!! bel racconto reds ... grande grande invidia !!!
:claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps: :claps:

:wow: :wow: :wow: :wow:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda slash73 » 14/03/2013, 16:42

:claps: :claps: :claps: :claps:
La prossima volta però,vogliamo anche la foto del cane bastardo zioKAN :lol: :lol: :lol:
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Re: Resoconto TUNISIA NEXT 2013 AIN OUADETTE LAKE

Messaggioda Reds » 14/03/2013, 16:43

slash73 ha scritto::claps: :claps: :claps: :claps:
La prossima volta però,vogliamo anche la foto del cane bastardo zioKAN :lol: :lol: :lol:



c'è un video...... :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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