GPS: introduzione

Sento spesso molti affermare che preferiscono viaggiare solo con una cartina ben dettagliata e una bussola, quindi di non sentire il bisogno di un GPS.
Confesso che anch’io ero convinto della cosa visto che per la maggior parte delle volte si viaggia su strade che prima o poi ti conducono da qualche parte, siano esse piste tracciate dai pneumatici di altri mezzi o nastro di asfalto. Comunque trovi sempre punti di riferimento riscontrabili sulla cartina tipo montagne, vulcani, fiumi o binari di ferrovia.

Il problema nasce quando ti trovi in distese aperte e senza punti di riferimento, posti così piatti che riesci a percepire la curvatura terrestre all’orizzonte. (p.e. Salar de Uyuni in Bolivia)
A questo punto ti si gela il sangue nelle vene e ti rendi conto che quello che hai non è più sufficiente.
Dopo lo spavento mi sono documentato bene sull’argomento e voglio condividere con voi le conclusioni alle quali sono arrivato raccogliendo informazioni su internet e su qualche libro.

Il corpo umano è asimmetrico, quindi quando pensiamo di camminare in linea retta prima o poi descriveremo una curva che inevitabilmente ci farà girare in tondo.
In moto la situazione si aggrava per via del sasso, la duna e altre asperità che ti portono a scartare dalla ipotetica linea retta. Per assurdo dovreste avere la bussola installata sulla strumentazione per riuscire ad andare verso una direzione, altrimenti dovreste fermarvi ogni 5 minuti per la verifica perdendo un sacco di tempo. (regola aurea del motoviaggiatore nr.1: mai guidare al buio) Ma ciò non sarebbe ancora sufficiente perché bisognerebbe calcolare anche quello che in termine nautico si definisce lo scarrocciare (scivolamento laterale), cioè stai andando per esempio a nord ma ti sei spostato dalla linea che collima con il punto di destinazione, e molte volte anche di qualche km facendotelo superare.
Altro problema è il calcolo delle distanze… sulla carte è facile calcolarle, anche tra una svolta e l’altra della rotta; ma quando sei sul territorio e devi fare deviazioni per evitare una duna o scalarne parecchie e molto alte oppure per un accidente qualsiasi ti si azzera o sballa il trip, eccoci ancora nei guai. L’unica maniera di procedere se si usano solo carta e bussola è quello di fare ad intervalli regolari triangolazioni di rilevamenti su punti noti, riportarle sulla carta e ricalcolare la posizione. Sempre se i punti noti ci sono e sono visibili.

Alla luce di queste considerazioni ritengo che il GPS sia uno strumento fondamentale… e visto lo scopo di questo blog, direi che è arrivato il momento di sviscerare l’argomento GPS cercando di spiegare come funziona in senso generale.
Ho intenzione di suddividerlo in vari post, sia per problemi di tempo (lo scriverò nel tempo libero) ma anche per  agevolare la lettura e di conseguenza confinare i vostri commenti sull’argomento specifico.

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